Start of the sale:
Friday, 23 December 2011 at 10:34
Item n°155326088
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Saturday, 26 April 2025 at 10:10
NOTA STORICA SUL CIRCOLO> DAL CORRIERE DI BOLOGNA >
Il Domino Club nasce nel 1866, prendendo il testimone della società Casino Nuovo di Bologna e assegnando la presidenza al conte Giovanni Malvezzi. La leggenda narra che la sede fosse in via Farini, ma che le finestre del club dovevano restare sempre chiuse perché osservare il passeggio, al tempo piuttosto vivace, era considerato disdicevole per i nobiluomini che qui si ritrovavano. Non per un gruppo di soci giovani, che stufi di questa imposizione, abbandonarono il Domino e nel 1888 fondarono il Circolo della Caccia. Sarà pure una fantasia che si tramanda nei secoli, ma questo episodio ben ritrae il carattere del Domino, che fa della riservatezza e della ferrea osservanza delle regole la sua essenza.
Oggi come ieri. Sono poco più di 200 i soci. Al massimo otto quelli nuovi accolti in un anno. Per la loro ammissione è necessaria una preventiva consultazione dei soci anziani. Devono esserci due proponenti e due sponsor a sostenere la candidatura. Poi si passa alla votazione, dove il voto contrario, la pallina nera, annulla cinque voti favorevoli, pallina bianca. Di solito entrano generazioni successive di una stessa famiglia, non necessariamente nobile: i capostipiti chiamano i figli, poi i nipoti. Di facce nuove se ne vedono poche. L’elenco dei soci (tra cui ci sono gli onorari Vittorio Emanuele di Savoia e Amedeo di Savoia Aosta) comunque è segreto. Esposto in via Castiglione c’è solo quello del 1938, così come l’organigramma del consiglio direttivo. Sul sito Internet, innovazione alla quale anche il Domino si è dovuto piegare, ci sono pochissime informazioni. Tracciate sull’immagine di un portone chiuso. Se per caso non fosse chiaro il concetto.
A presiedere il Domino Club è il conte Filippo Sassoli de’ Bianchi, che è socio anche della Caccia. E non è l’unico. Ha la doppia affiliazione il presiente della Fondazione Carisbo Fabio Roversi Monaco. Sono soci i fratelli Bevilacqua Ariosti, il duca Morando e il marchese Ippolito, il marchese Alessandro Serafini, il cui padre era un Gentiluomo del Papa, Diego Calletti, proprietario di terre, Niccolò e Gianandrea Rocco di Torrepadula, Alessandro Andreoli, manager di private bank, l’avvocato Emilio Pascale e il fratello Nicolò. E ancora ci sono i fratelli Tamba, Arrigo Luca di Windegg, notaio, e il fratello Pietro, avvocato. Una volta al mese, per 8-9 mesi all’anno, c’è una cena sociale, momento di incontro tra i soci come lo sono le cene per l’ammissione dei nuovi adepti. Alla penultima assemblea si è parlato di aprire il Domino alle donne. Ma tutto è finito lì. Per ora le mogli dei soci non possono salire neppure nelle sale al primo piano. Rigorosamente riservate agli uomini e alle loro chiacchierate.
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